Daniele Bernacchi e Francesco Cimino
Manager Pubblici
Gratificazione e successo sono due parole che Daniele Bernacchi e Francesco Cimino, ospiti dell’incontro di gennaio della Residenza Torleone, hanno imparato a ricercare, conoscere e coltivare per tutta la loro carriera. Laureati entrambi in giurisprudenza, dopo aver conseguito le abilitazioni da avvocato e aver maturato alcuni anni di esperienza, decidono di seguire le proprie ambizioni e di entrare nella Pubblica Amministrazione. Seguono anni ricchi di sacrifici, ma nel 2010, superati i concorsi, diventano Dirigenti dello Stato e ricoprono attualmente l’incarico di Direttori provinciali INPS. Nonostante la diversa provenienza geografica (e indubbi attriti in materia calcistica!), li accomuna la stessa evidente passione per la propria professione e un’amicizia che trascende il semplice “banco di lavoro”.
L’intervento degli ospiti si è strutturato in due momenti di riflessione che, attraverso suggestioni e ricordi frutto dell’esperienza, hanno cercato di guidarci in quel tortuoso ma stupendo percorso che è la vita (non solo professionale!). Daniele Bernacchi ha elencato dieci parole-chiave accompagnandole ad altrettante celebri citazioni dalla letteratura alla filosofia, dalla politica alla religione; parole significative, centrali nella maturazione individuale e collettiva che, oggi, grazie all’offerta formativa del corso JUMP possono diventare, per molti giovani, una realtà concreta. Passione, tenacia, equilibrio, reputazione-fiducia sono solo alcuni dei concetti evidenziati dal Direttore; oltre questi, le capacità di organizzare e programmare la propria vita e di combattere le sfide più ostiche contribuiscono a temprare e rafforzare anche l’animo più ribelle (una delle sopracitate citazioni è di San Josemaría Escrivá e riassume magistralmente il nocciolo della questione: “Fai ciò che devi e stai in quello che fai”).
Francesco Cimino ha attualizzato il discorso del collega calandolo nella propria esperienza lavorativa. Terminati gli studi, lo sbocco naturale nel mondo del lavoro per un giovane laureato in giurisprudenza fu l’avvocatura: essa non rientrava tra i suoi veri obiettivi, ma, a distanza di anni, ne trova comunque rilevanti le competenze acquisite (le “hard skills” derivanti dall’impegno e dal sacrificio). Nonostante un’altra esperienza per lui “poco entusiasmante” lo veda impiegato come funzionario amministrativo presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, riesce a mantenere saldi i propri obiettivi e, infine, a raggiungerli entrando all’INPS. Infine, Cimino non esita a sottolineare il valore delle “soft skills”: “quando si è raggiunta una posizione stabile, e bisogna mostrare il proprio valore, è alle competenze trasversali che occorre prestare attenzione, al di là delle conoscenze teoriche acquisite con lo studio. E’ un principio sempre valido, ed è lì che si viene valutati”.
L’incontro si è concluso con alcune brevi domande di carattere tecnico-amministrativo, dal numero degli impiegati alla gestione del patrimonio umano. Non si è voluta sorvolare nemmeno la delicata questione della pandemia che, come è stato spiegato, ha rappresentato da un giorno all’altro un enorme aumento di lavoro per l’ente previdenziale.