A Torleone il 4 aprile 2022
Chi di noi non è cresciuto con il mito della Ferrari? Tra vittorie e sconfitte, crisi e rinascite il fascino del cavallino rampante è sempre indelebile nel cuore di molti italiani (e non solo). Una carriera e una storia sempre affascinanti, che nascono certo da un sogno e da un progetto visionario, ma primeggiano soprattutto per merito di un team unito e compatto, orgoglioso del proprio mestiere, responsabile e collaborativo. Stefano Lovera, da 30 anni nel Team Corse Ferrari, responsabile di tutto il delicatissimo settore dell’Elettronica, incontra i residenti per svelare i “segreti” della Scuderia e della propria esperienza a Maranello.
“Credo che nella mia carriera abbiano contato più le soft skills delle pure competenze tecniche”. Una frase che colpisce, tantopiù se pronunciata da uno come Lovera che è riuscito a ritagliarsi un ruolo di assoluta centralità nel proprio campo. Tuttavia, non bisogna cedere a banali conclusioni: le competenze sono assolutamente fondamentali, ma lo diventato ancor di più quando unite ad una formazione che favorisce la massima espressione dei propri talenti. Per il nostro ospite, in tal senso, tenacia, capacità relazionale e chiarezza espositiva sono state da sempre le parole d’ordine del proprio agire; tre concetti, un’unica riflessione sull’importanza da attribuire al rapporto con se stessi e con gli altri, all’arricchimento che deriva da questo rapporto. “Nella vita”, afferma Lovera, “bisogna saper impostare rapporti di fiducia, e questo passa anche da un’ammissione dei propri limiti: senza fiducia negli altri non c’è autorevolezza e non potrai mai assumere ruoli di vera responsabilità”.
In merito a questo, la Ferrari si trova ormai in prima linea nella formazione dei propri dipendenti finanziando il cosiddetto “Progetto Cultura”: un ambizioso programma di collaborazione che ha come intento sviluppare questi principi in tutte le loro declinazioni. “La cultura”, ricorda il relatore, “non è puramente nozionistica, ma è manifestazione di una formazione completa e dell’attitudine verso l’errore e il fallimento”. Si può dire che essa è, in fondo, manifestazione di tre parametri: capacità di ottimizzare il risultato, cercando soluzioni nuove o alternative ma sempre equilibrate; ricerca delle cause di eventuali errori, senza biasimi ma con onestà e schiettezza; responsabilità (sulla quale Lovera si è molto soffermato), come piena consapevolezza che il lavoro in un team non è una questione individuale, bensì un piccolo ingranaggio in un meccanismo complesso che altrimenti non potrebbe mai funzionare. Presupposto necessario è il dialogo, che vuol dire sì confronto ma anche collaborazione al di là di ogni ingiustificata gelosia delle proprie competenze. “La cultura dà potere”, sostiene Lovera, “ma se la tieni chiusa in te non produce nulla, non fruttifica”.
Indubbiamente lavorare in Ferrari offre innumerevoli occasioni per applicare questi principi. Lo stesso Lovera, come responsabile del gruppo Elettronica, coordina un settore forse tra i più articolati e interconnessi nell’ambito delle corse, non solo per l’indubbia competenza necessaria a interpretare i vari dati di telemetria e la complessa struttura dei sensori e dei sistemi operativi in una macchina da Formula1, ma anche per il costante raffronto che ciò implica con i piloti e lo staff durante e fuori la corsa.
E, a proposito di Formula1, non potevano mancare domande e curiosità su questa stagione in corso che vede la Ferrari di nuovo forte e competitiva. Una conclusione leggera e divertente per un incontro stimolante e ricco di sorprese.