A Torleone il 16 maggio 2022.
Guidare un’azienda non è un gioco da ragazzi: richiede impegno, dedizione, determinazione. Se poi controlli il quinto gruppo industriale italiano nel settore della ceramica le aspettative non possono che aumentare, e con esse anche le sfide. Graziano Verdi, CEO del gruppo Italcer, è venuto a raccontarci la sua esperienza nel mondo dell’impresa, frutto di anni di sacrifici e di investimenti per la propria formazione.
“Di certo non immaginavo di giungere a questi risultati e di fare quello che ho fatto” afferma il relatore a inizio intervista: parole cariche di orgoglio, che rispecchiano oltre 35 anni di carriera nel mondo della ceramica. Nel 1982 si laurea in Economia a Bologna, quando già da qualche anno si era affacciato nel mondo del lavoro; studia francese e dopo pochi mesi entra nel gruppo romagnolo Iris-Graniti, dove la sua attività si rivelerà indispensabile per espandere la produzione al di là delle Alpi. Con i risultati ottenuti scala rapidamente le gerarchie: prima gli viene affidato il settore inglese, poi tutto il mercato europeo, infine diviene Direttore del settore industriale e opera la fusione con il gruppo belga Fiandre, successivamente quotato in Borsa. Dopo una breve esperienza alla guida di Technogym nel 2009 e una più lunga, nel 2013, alla guida di Koramic, fonda nel 2017 insieme ad Alberto Forchielli il gruppo Italcer, nato dalla fusione di sette stabilimenti specializzati nella produzione di ceramica made in Italy. Ogni stabilimento è un settore d’eccellenza, e collabora con architetti e grandi firme nel mondo del design.
Se controllare una grande azienda vuol dire grandi opportunità, è anche vero che a grandi opportunità seguono sempre notevoli rischi. Un tema centrale diviene, quindi, la capacità di affrontare crisi più o meno impreviste, cercando di limitarne l’impatto complessivo sul bilancio. Secondo Verdi un elemento indispensabile è la preveggenza, la capacità di “anticipare i sintomi della crisi” adoperando scelte consapevoli per contrastarla. Solo per fornire qualche esempio, Italcer, già prima dello scoppio del conflitto in Ucraina (grande Paese esportatore di materie prime), aveva reindirizzato le proprie importazioni di argilla, avvertendo la crisi alle porte; o ancora, nel merito del delicato campo della digitalizzazione e dell’innovazione, Italcer ha brevettato delle ceramiche “antisettiche” in grado di ridurre notevolmente il tempo di degrado di virus e batteri: una risposta all’attuale e alle possibili future emergenze pandemiche.
E, a proposito di sguardo rivolto al futuro, non manca l’attenzione per la sostenibilità. “I settori del marmo e delle ceramiche”, ricorda il relatore, “sono molto impattanti sull’ambiente, non c’è motivo di negarlo; per questo bisogna saper investire nella ricerca”. Da qualche anno Italcer è all’avanguardia anche in questo campo con ben il 52% delle materie prime riciclate. A livello di costi i margini sono minimi, e quel che conta maggiormente è l’immagine che l’azienda ne ricava soprattutto tra le nuove generazioni. E’ inutile ricordare che, andando alla ricerca dell’azienda che li assuma, soprattutto i giovani sono attenti a questi nuovi parametri.
Giunti in conclusione, l’incontro è stato arricchito da domande da parte dei residenti: da nuove opportunità nel mercato internazionale ai consigli per un ottimo colloquio di lavoro, il relatore è stato sempre disponibile ed esaustivo, pronto a soddisfare ogni nostra curiosità.