Non è mai facile lavorare in un’impresa, specialmente ad alti livelli: crescono le responsabilità e l’equilibrio di molte persone dipende da te. Il tutto diventa solo più complesso se l’azienda è a conduzione familiare, perché alle necessita della produzione si aggiungono legami e affetti che necessariamente impongono delle priorità. Alessandro Acquaderni, bolognese di nascita, è l’esempio più lampante di come queste due sfere, lavoro e famiglia, se coabitanti, possono comunque svilupparsi in armonia.
Laureato in ingegneria gestionale all’Alma Mater nel 2012, dopo l’opportunità, apparentemente reale poi misteriosamente svanita, di ottenere un assegno di ricerca entra nell’azienda di famiglia, impegnandosi a portare avanti il lavoro di ben cinque generazioni; non ha però intenzione di abbandonare la sua passione per lo studio, e per questo decide non solo di portare in azienda il suo spirito d’apprendimento, ma anche di iniziare nuovamente a studiare dopo dieci anni di esperienza lavorativa: una sfida nella sfida!
L’azienda di famiglia compirà a breve 115 anni: 115 anni dedicati alla produzione di spazzole per ogni esigenza, dai prodotti standard per ferramenta e utensilerie ai modelli pensati per l’industria, con una storia ben più antica che, se ricostruita, ci riporterebbe agli inizi del Seicento, alla Bologna dei Carracci e di Guido Reni e alla produzione di pennelli per artisti. Nel 2021 il nostro relatore assume le redini come amministratore delegato di questa grande eredità e, mentre si mette all’opera per rimodernare l’azienda soprattutto dal punto di vista energetico, decide di mantenere la promessa fatta a se stesso e di ricominciare seriamente a studiare. Viene ammesso al programma Executive della Harvard Business School, entrando in un mondo che lo apre a nuove prospettive e a un diverso rapporto con lo studio, fatto di un sincero e motivato interesse verso le materie affrontate e di un rapporto confidenziale tra studenti e professori. Questi ultimi, in particolare, non soltanto trasmettono passione ma cercano in tutti i modi di far emergere le peculiari aspirazioni di ogni allievo. Tuttavia non ci si deve ingannare: se non si è ritenuti all’altezza, non si concedono seconde opportunità!
Un altro tema centrale affrontato durante l’incontro riguarda, come già sottolineato, il rapporto tra lavoro e famiglia e come trovare in essi il giusto equilibrio. In realtà, afferma Acquaderni, “più che di equilibrio preferisco parlare di sistema; l’equilibrio infatti è instabile, un sistema invece può essere costantemente integrato”. Il vero ostacolo è, dunque, riuscire ad organizzare questo sistema in modo da non risultare eccessivamente ingolfato, e i rischi, come si può immaginare, sono molti. All’interno di un’impresa familiare, ad esempio, bisogna riuscire a mantenere nettamente separati i ruoli: individuare, cioè, i confini tra lo spirito di fratellanza e la necessità di rispettare i principi della meritocrazia; fuori dall’azienda, bisogna saper dedicare tempo ai veri affetti (il nostro relatore è già sposato con due figli), senza i quali il successo lavorativo risulterebbe fine a se stesso.
In conclusione, possiamo certamente dire che l’esperienza di Alessandro Acquaderni si presenta a noi come un esempio, soprattutto se si desidera sin da giovani portare avanti grandi obiettivi di vita.