Quello del giornalista, ma solo quando costui diventa un vero professionista, è un lavoro estremamente delicato, affascinate per certi versi, quando sviscera le diverse sfaccettature della realtà, ma anche complesso, dovendo entrare nel cuore della notizia con efficacia e spirito critico. Per affrontarlo con determinazione serve tanta esperienza e la capacità di cogliere il meglio in ciò che la vita offre. Massimo Gagliardi, ex vicedirettore de “Il Resto del Carlino”, ha voluto condividere questo aspetto della sua carriera: cosa lo abbia spinto a certe scelte professionali; insomma, come è nata in lui la vocazione al giornalismo.
Gagliardi nasce in Calabria, una terra difficile, ma che ha saputo trasmettergli, insieme alla sua famiglia, valori profondi. Il nonno era una persona severa, ma capace di atti di grande leggerezza; la madre, fermamente cattolica, una delle prime donne a tenere comizi elettorali per la DC; il maestro elementare un uomo duro, ma di grandi valori. Dopo gli anni del Liceo classico a Crotone, inframmezzati da un’esperienza sfidante in un collegio romano, si iscrive alla facoltà di Storia all’Università di Bologna; i corsi lo motivano e negli stessi anni matura la sua prima passione per il giornalismo.
Siamo alla fine degli anni ’70 e l’atmosfera che si respira a Bologna, come nel resto delle grandi città italiane, e quello delle contestazioni. Le occupazioni sono all’ordine del giorno, e in un clima così acceso il nostro relatore ha il desiderio di conoscere al meglio questa realtà, di parteciparvi non per aderirvi pienamente ma per poterla analizzare dall’interno: insomma, una ricerca che già rivela lo spirito critico e l’occhio del giornalista. La vita, però, ha altro in serbo: dopo la laurea vive per alcuni mesi in Germania (e le difficoltà si vanno sentire), successivamente viaggia in Olanda, fino a quando l’incontro con l’allora direttore del quotidiano francese “Le Monde” non lo fa definitivamente approdare a quel che è destinato a diventare il lavoro e la passione di una vita, partendo da incarichi di “reportage” fino a ruoli di maggiore responsabilità. Oggi è Tutor del Master in giornalismo dell’Università di Bologna, continuando a coltivare gli interessi che lo hanno sempre motivato: la passione per la storia, i viaggi, la famiglia.
In conclusione di incontro il consueto spazio dedicato alle domande, aperto da una riflessione sul futuro della carta stampata e arricchito da aneddoti sulle ultime esperienze giornalistiche, con un accenno particolareggiato alla cronaca locale. Si è sottolineato anche il ruolo centrale degli affetti, e in primis della famiglia, nel perseguire una stabile vita professionale e, infine, un invito a tutti i presenti: ricercare una sana curiosità, perché solo con la cultura si può almeno tentare di decifrare la complessità del mondo in cui viviamo.