Assessore al Bilancio del Comune di Bologna
A Torleone il 9 novembre 2020
“Il fine di una buona amministrazione è costruire una città in cui tutti i cittadini possano realizzare le proprie vocazioni”: questo è la filosofia politica di Davide Conte, assessore al Bilancio del comune di Bologna dal giugno 2016. Quinto di sette fratelli, nasce a Venezia in una famiglia “con la politica nel sangue” (da lui stesso definita un ambiente centrale per la propria formazione), la quale gli trasmette la passione per la politica e il dibattito critico. La laurea in Economia all’Università Ca’ Foscari è il primo passo della sua carriera: dopo una specializzazione a Santiago del Cile ritorna in Italia, dove lavora come consulente per la pubblica amministrazione, e contestualmente viene invitato in numerosi CdA di importanti aziende del territorio, tra cui l’ONG CEFA di Bologna e l’Istituzione Biblioteche: tale esperienza gli apre le porte al mondo della politica. Forse per predisposizione personale, certamente per l’esperienza da assessore Cultura e rapporti sociali nel precedente mandato, Davide Conte imprime nel suo lavoro una forte spinta alla cultura e all’attenzione sociale. Ma quali sono i segreti della sua politica? Innanzitutto, non avere paura di inimicarsi qualcuno se si ricerca il bene comune, avendo ben in mente che “una società di qualità si misura su tre fattori: crescita demografica, vocazione e, soprattutto, capacità di pensiero critico, di azione nata dalla riflessione”. In secondo luogo ha voluto ricordare l’ispirazione alla dottrina sociale della Chiesa, e in particolare quattro dicotomie: il tempo è superiore allo spazio, e analogamente il “buon politico deve raccontare una visione, non un attimo destinato a svanire”; la realtà è più importante dell’idea; l’unità prevale sul conflitto, sapendo che la collaborazione di forze normalmente indipendenti può moltiplicare l’efficacia degli sforzi; infine, il tutto è superiore alla parte, la summa ideale di ognuno di questi principi. L’incontro si è concluso con un annuncio rincuorante per noi tutti studenti universitari: l’Ateneo e il Comune, mettendo in pratica il principio della terza dicotomia, investiranno congiuntamente 2 miliardi di euro complessivi per la lotta alla crisi, incentivando lo smart-working e la digitalizzazione dell’università: i risultati saranno dei più virtuosi. Questa è la speranza di tutti, nella consapevolezza che, senza istruzione, “questa società non avrà da offrire ai nostri nipoti una realtà veramente ‘sostenibile’ nel senso più stretto del termine: in cui godere dei nostri stessi diritti e privilegi”.