A Torleone l’11 ottobre 2021
Quando si pensa al rapporto tra un dipendente e il suo datore di lavoro la nostra mente viaggia inevitabilmente verso immagini di discordia, di manager esigenti e colleghi stressati. Le storie di Giovanni Cerruti e Francesco Allegretti smentiscono radicalmente questo preconcetto e dimostrano che, quando è perseguito con impegno, un proficuo rapporto lavorativo (e non solo!) è raggiungibile con straordinaria naturalezza.
Il loro primo incontro è avvenuto nel 2019, durante il colloquio di lavoro di Francesco per il settore acquisti del Gruppo WAM. Ricorda Giovanni: “Già prima di incontrarlo sapevo che lui sarebbe stato la mia scelta”; un’affermazione frutto di un’attenta analisi (tra centinaia di CV) e di un curriculum impeccabile, dalla quale un manager di esperienza è in grado di delineare immediatamente il profilo di chi gli si pone davanti. Nel caso di Francesco l’attività da scout, l’Erasmus in Francia e una buona rete di contatti erano sinonimi di abilità comunicativa, intraprendenza e, soprattutto, onestà.
Un percorso diverso, ma con molti spunti comuni, è quello di Giovanni Cerruti, giunto a ricoprire, dopo anni di carriera, posizioni manageriali di alto livello. Vissuto per alcuni anni nella Residenza RUI Torrescalla di Milano durante gli studi universitari in ingegneria, qui ha potuto apprezzare il grande valore formativo della vita in residenza: un valore soprattutto relazionale, che ti pone nell’ottica di ascoltare storie e pareri spesso diametralmente opposti ai propri. Non è certo un caso se il dono prezioso di ascoltare (e comprendere) l’altro, che sia un dipendente o un superiore, è un tratto connaturato ad ogni dirigente di successo. A questo dato si aggiunge la grande esperienza maturata in Italia e all’estero. “Sono passato da un’azienda americana che notava lo 0,1% di errore nel bilancio a una ditta italiana il cui consiglio d’amministrazione era all’oscuro di qualsiasi movimento”: scherza così il manager con i presenti all’incontro, facendo però notare che in entrambi i casi il sistema mostrava evidenti falle organizzative: o i dipendenti venivano inutilmente stressati o si perdevano importanti utili.
L’incontro è stato arricchito dai numerosi aneddoti che Giovanni ha accumulato lungo tutto l’arco della sua carriera; alcuni sono tragici, altri comici ma tutti accomunati dal senso profondo di una “maturazione manageriale” che si sviluppa solo con tempo e dedizione. E sono proprio l’età e gli anni di carriera a determinare le ovvie differenze tra i due ospiti, due generazioni in costante confronto costruttivo, spesso con opinioni molto lontane (“Non eravamo d’accordo nemmeno a cena”, sottolinea Giovanni). Ma una riflessione li trova indiscutibilmente concordi: l’attribuire la chiave del proprio successo all’amore delle mogli e dei figli, pronti sempre a sostenerli. In fondo è sicuramente questo il loro insegnamento più prezioso, che il successo diventa un ingombrante contenitore vuoto se non hai nessuno con cui condividerlo.