Che cosa può spingerci a compiere delle scelte difficili, a percorrere strade tortuose senza conoscere quando si arriverà alla meta? Naturalmente la passione e il sacrificio, una dedizione costante al proprio studio e al proprio lavoro che va ben oltre le prime avversità. Mikhail Zamskoy ne è un esempio straordinario, e l’influenza positiva che riesce a generare lo dimostra chiaramente.
Misha (come qui lo chiamano tutti!) è ormai da quattro anni residente al Collegio Torleone e studia Economia e Gestione aziendale presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. L’Italia è solo una delle tappe della sua vita: nato a Mosca, in Russia, ha viaggiato in Armenia, in Cina, in Canada e chissà quali altre mete lo attenderanno! La laurea è ormai vicina, il suo vero prossimo obiettivo, ma già pensa al futuro e a una formazione rigorosamente d’eccellenza. In questa intervista proviamo a ripercorrere alcune tappe della sua vita… e naturalmente l’impatto umano e formativo della vita in Residenza.
“Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia che già da piccolo mi spingeva verso un ambiente internazionale e che ha sempre voluto vedermi studiare all’estero. Ho viaggiato molto, e ho imparato ad apprezzare diverse culture, anche molto lontane dalle mie.
Una delle prime esperienze in tal senso la devo alla UWC (United World College), un’associazione di 18 scuole internazionali, rivolta a studenti dai 16 ai 19 anni scelti ogni anno dopo un concorso molto intenso. L’obiettivo della UWC è molto chiaro: creare un futuro più roseo attraverso l’istruzione e la vita di comunità, facendo vivere insieme studenti di tutto il mondo e favorendo l’ascolto e la comprensione reciproca. Io sono stato selezionato nel 2014 e inviato in un collegio a Dilijan, in Armenia, che proprio quell’anno era stato istituito.
Al di là dell’esperienza formativa, sempre mirata a unire teoria e pratica, studio e divertimento, quello di cui mi sono veramente innamorato in Armenia è la bellezza dei paesaggi, davvero immensi e incontaminati. Ed è proprio durante una di queste mie numerose escursioni che mi sono imbattuto in un sentiero ricoperto di sacchetti di plastica, bottiglie, lattine: uno spettacolo davvero terribile, non potevo rimanere indifferente di fronte alla distruzione di un intero habitat naturale. Da questo desiderio, anzi bisogno di fare la differenza è nata, insieme al mio amico Cedric, Re-apaga, una fondazione di beneficenza che mira innanzitutto a educare sui valori della sostenibilità. Originariamente il nostro messaggio era rivolto ai più giovani: organizzavamo feste, flash mob ed era bellissimo vedere molte famiglie interessate e appassionate. Poi è arrivato il momento di compiere una scelta: partire per l’università, e ce n’erano di prestigiose che ci avrebbero accolti, oppure rimanere ancora per qualche anno in Armenia continuando a lavorare per questo ambizioso progetto.
Alla fine io e Cedric abbiamo deciso di rimanere, ed è stata la scelta giusta: la nostra attività è decollata e quegli studenti, quelle famiglie che prima avevamo solo formato, ora cominciavano a partecipare attivamente al nostro progetto. Alcune competenze che inevitabilmente mancavano a due ragazzi di 19 anni erano compensate dal supporto di alcuni partner e, successivamente, dello stesso governo armeno entusiasmato dalla nostra attività. Ci sono stati momenti di crisi, non lo posso negare; vivevo in un ostello insieme a molti altri ragazzi e non avevo una postazione fissa di lavoro, ma alla fine la fatica ha portato i suoi frutti e molte delle nostre idee sono state messe in pratica. Una di queste, un contenitore intelligente che ti premia quanto più ricicli, è stata particolarmente complessa da realizzare, soprattutto a livello hardware, ma ha ottenuto subito un grande successo, vincendo alcuni premi internazionali.
Intanto arriviamo al 2019 e, nonostante sia impegnato a tempo pieno con la mia attività, sento la necessità di dedicarmi esclusivamente allo studio. Le possibilità erano molte, ma alla fine ho scelto il corso di Economia e Gestione aziendale all’Università di Bologna, almeno per due motivi: il corso in inglese e l’atmosfera internazionale. In un simile contesto non potevo non scegliere la Torleone per trascorrere i miei anni universitari. Pur scoprendo abbastanza casualmente l’ambiente e il percorso formativo della Residenza, non posso che dirmi soddisfatto della mia esperienza, della formazione e dei rapporti instaurati.
Alla Torleone non siamo in molti, e per questo i legami che si stringono sono molto più forti. Davvero un luogo che posso orgogliosamente definire casa. Ho trovato sempre una spalla su cui poggiarmi, anche tra la Direzione, soprattutto in questi ultimi mesi impegnativi che mi separano dalla laurea e da nuovi inizi.
Intanto so cosa farò il prossimo anno: sono stato selezionato insieme ad altri 150 studenti da tutto il mondo per accedere al prestigioso Schwarzman College di Pechino. Un master di un anno che unisce una formazione d’eccellenza con un’analisi approfondita delle dinamiche economiche e culturali della Cina. Anche in questo caso devo ringraziare la Fondazione Rui: partecipando al ChinaMed Business Program, tra l’altro con una borsa di studio che copriva il 95% delle spese del corso, ho acquisito le prime basi per rapportarmi con il mercato cinese e ho alimentato una passione per questo Paese che mi accompagna sin da piccolo.
Il futuro? Non so cosa mi riserverà. Forse il settore della consulenza aziendale è la mia strada. Certamente non sono disposto a rinunciare a quella passione e a quella tenacia che mi hanno sempre contraddistinto in tutto ciò che faccio; e neppure al desiderio di lasciare un impatto positivo, qualunque esso sia, nell’ambiente in cui agisco.”
E questo noi gliel’auguriamo con tutto il cuore.
Edoardo Caraffa,
residente