In più occasioni, nel corso dei passati Incontri con ospite, si è parlato di impresa, delle difficoltà di settori tanto strategici e promettenti quanto soggetti alle fluttuazioni degli investimenti. Tematiche, insomma, che non si riuscirà mai a esaurire del tutto, ma che è doveroso affrontare in un ambiente universitario vissuto dai giovani e per i giovani. In questa prospettiva, assume una sfumatura di particolare rilievo l’incontro con Maurizio Marchesini, Presidente di Marchesini Group Spa, punta di diamante dell’industria italiana, in grado di coniugare la sua lunga esperienza aziendale nel settore del packaging con ruoli di spicco su scala nazionale.
“Quello che si acquista in questo mondo è la conoscenza: senza conoscenza un prodotto non avrà futuro”. Non è scontato iniziare un incontro puntando sul valore universale dell’esperienza, che è figlia non solo dell’impegno professionale ma anche di tanto studio e dedizione. Non a caso Marchesini crede che uno dei più grandi paradossi del nostro sistema impresa riguardi l’ideologia delle Start-up: non perché non siano in grado di produrre innovazione, ma a causa di “una scarsa cultura economica nella formazione dei giovani, che conduce quasi il 95% dei progetti al fallimento”. Parallelamente, continua Marchesini, viene creandosi una parziale sfiducia nel valore dell’impresa tradizionale, di certo non incentivata dalla questione dei salari. “Il problema è sempre lo stesso”, ripete il relatore, “non paghiamo abbastanza i giovani in paragone alle grandi nazioni europee. E’ normale che scelgano di lavorare all’estero, per non fare più ritorno”.
Ancora, non agisce a nostro beneficio uno dei temi di maggiore attualità: l’inverno demografico italiano ed europeo, che apre prospettive non ottimiste sul futuro dell’impresa per le prossime generazioni. “Se adesso manca una formazione adeguata”, afferma Marchesini, “tra un po’ mancheranno proprio i giovani”. Per questo bisognerebbe puntare urgentemente su una politica di rilancio demografico (come ha già fatto la Francia con una politica di investimento sulle famiglie): per eliminare quella falsa credenza che la denatalità sia ormai un dato cronico ed ineluttabile.
E’ facile intuire una cosa da quanto detto finora: il rapporto tra giovani e impresa è un soggetto particolarmente caro alla Marchesini Group. Nel suo piccolo, infatti, cerca di fare la differenza e di proporre una visione d’impresa più sensibile all’etica del nuovo millennio. Ogni anno, ad esempio, vengono revisionati uno per uno gli stipendi degli oltre duemila dipendenti, offrendo la giusta attenzione agli uomini dietro le macchine; analogamente l’azienda affitta ai giovani neoassunti nella filiera bolognese abitazioni ai prezzi più bassi di mercato per facilitare l’inclusione nel mondo del lavoro. Non mancano, infine, le attività filantropiche: insieme ad IMA e GP, altre due eccellenze del packaging emiliano-romagnolo, la Marchesini Group finanzia attività produttive nella Casa circondariale di Bologna per il reintegro in società dei carcerati. L’indice si reiterazione del reato, inferiore al 7% contro una media nazionale spesso superiore all’80%, è un dato che parla già da sè.
Non sono mancate nel corso dell’incontro interessanti questioni sollevate dai presenti e, com’era prevedibile, una delle tematiche più gettonate è stata la delicata questione energetica. Dalle energie rinnovabili ai rigassificatori fino all’annosa ritrosia dell’Italia nei confronti del nucleare, l’analisi ha condotto a una visione lucida e puntuale dei singoli fenomeni in un clima di cordiale dibattito.
In conclusione, alcuni consigli per noi universitari: cercare entusiasmo nello studio e nel lavoro, mantenere impegno e costanza e porre sempre un occhio di riguardo alle questioni etiche, dove in più di ogni altra cosa si concentra il dibattito sull’avvenire.