Quali sono le sfide di oggi nel mondo dell’energia? Come si possono conciliare sensibili tematiche quali cultura, ecosostenibilità e povertà? Come si può uscire dalla propria zona di comfort nel mondo del lavoro dove sempre più sono richieste flessibilità e disponibilità? Durante l’incontro di lunedì 7 ottobre gli studenti della Torleone e i suoi esterni hanno avuto l’opportunità di riflettere su queste domande sempre più attuali grazie alla partecipazione dell’ingegnere Umberto Pitton che ha offerto la sua prospettiva e la sua esperienza personale.
La passione per le auto lo porta a scegliere di studiare ingegneria dell’autoveicolo a Torino, proprio nell’anno in cui la facoltà viene fondata. Dopo aver conseguito la laurea, inizia la sua carriera nel mondo della Fiat, un obiettivo ambito da molti torinesi. Tuttavia, ben presto decide di aprirsi a nuovi orizzonti lavorativi. Deciso a non fermarsi, intraprende un percorso di formazione erogato da una nota azienda italiana, leader nel settore energetico, che segnerà l’inizio di un’esperienza lavorativa straordinaria. Questa scelta lo porta a trasferirsi a Milano, dove riesce ad essere ammesso alla Residenza RUI Castelbarco.
Tuttavia, la vera avventura inizia quando viene mandato in Nigeria per lavorare a un progetto di estrazione del petrolio nel delta del fiume Niger. Descrivendo questi mesi come un «battesimo del fuoco», ha raccontato delle sue attività nel campo della logistica, in particolare lo spostamento in sicurezza di materiali e mezzi in territori abitati da tribù e clan, e di come, perciò, ha dovuto aprirsi al dialogo con realtà culturali totalmente nuove e inimmaginabili per molti giovani come noi.
Dopo essere ritornato a Milano, la sua carriera lo ha condotto in Inghilterra, un Paese all’avanguardia nel settore ingegneristico e innovativo in tante sfide ecologiche, tra cui la questione decarbonizzazione. Oltre a ciò, l’ingegner Pitton ha trasmesso ai presenti l’importanza dell’armonia nei rapporti tra colleghi, esortando ad andare al di là del giudizio altrui, coltivando passioni comuni e creando legami autentici.
La sua terza esperienza internazionale lo ha portato prima in Myanmar, dove, accompagnato dalla sua famiglia, ha sperimentato una vera e propria esplosione di cultura, e poi in Vietnam. A partire da questo, l’ospite ha dimostrato come le differenze etniche e linguistiche possano rappresentare una sfida, ma anche un’opportunità per crescere. L’ingegner Pitton poi ha incoraggiato i giovani presenti a trarre il meglio dalle proprie esperienze lavorative, affrontando i problemi con un approccio razionale e una mentalità aperta.
Così, durante il suo intervento, è riuscito non solo a toccare temi oggi socialmente cruciali come l’estrazione sostenibile e la povertà, ponendo l’accento sulla necessità di affrontare queste sfide attraverso l’ecosostenibilità e la cooperazione internazionale, ma anche a porre l’attenzione su temi personali come la famiglia e l’amicizia che hanno lasciato il segno in ognuna delle sue esperienze.
L’incontro ha colpito profondamente i partecipanti, portandoli a tante domande e riflessioni a cui il relatore ha brillantemente risposto: ha spronato a seguire le proprie passioni, a non temere il cambiamento e a imparare da ogni esperienza, anche da quelle più difficili. La storia di Umberto Pitton è un esempio vivido di come il coraggio di esplorare nuove strade possa portare a una vita ricca di avventure e soddisfazioni lavorative.