Durante un incontro ricco di spunti e riflessioni, Gino Ruozzi, già professore di letteratura italiana all’Università di Bologna, ha condiviso con noi la sua esperienza personale e accademica, delineando un percorso in cui passione, metodo di studio e relazione con l’altro si intrecciano profondamente.
Nonostante le difficoltà iniziali dovute all’essere nato in un contesto familiare modesto e sostanzialmente privo di libri, fin dall’infanzia il professore ha maturato una profonda passione per la lettura, che potremmo definire il minimo comune denominatore di tutta la sua vita: si è dedicato infatti non solo allo studio dei classici ma anche a libri di nuova pubblicazione, che ancora oggi recensisce settimanalmente per il Sole24ore. Un altro aspetto fondamentale della sua vita, che Ruozzi ha sottolineato con forza, è stato l’importanza delle relazioni con le persone, e in particolare il contatto diretto con gli scrittori, con i quali ha intrattenuto profonde relazioni sin dagli anni dell’università, quando lavorava presso l’ufficio stampa di una casa editrice di Roma. Particolarmente interessante è stata, a tal proposito, una sua riflessione sugli autori: da una parte infatti c’è stato senz’altro il fascino di conoscere persone in grado di creare opere letterarie più o meno pregevoli, dall’altra anche il “disincanto”, il crollo della visione idealizzata dello scrittore che il professore aveva in gioventù. Conoscerli meglio, infatti, ha significato innanzitutto rendersi conto che sono persone che condividono le stesse passioni ma anche gli stessi vizi del resto della gente.
Uno degli ambiti che ha caratterizzato il suo lavoro è lo studio delle “forme brevi”, come gli aforismi, gli epigrammi e le favole. Questi generi, secondo Ruozzi, hanno un potenziale unico: sono capaci di concentrare significati complessi in spazi limitati, un’arte che educa alla consapevolezza linguistica e alla padronanza del linguaggio. Nel corso degli anni ha dedicato un impegno notevole alla ricerca nelle biblioteche italiane di libri di aforismi; lavoro che si è concretizzato nel 1992 con la pubblicazione per Mondadori di Scrittori italiani di aforismi. Il volume, che ha avuto un buon successo, gli ha aperto la strada verso il mondo accademico: nel 2000 infatti è diventato professore associato all’università di Bologna dopo aver insegnato per sedici anni nelle scuole superiori.
L’intervento di Ruozzi ha poi toccato temi legati alla contemporaneità, in particolare l’impatto dei social media e delle nuove forme di comunicazione sulla lettura e la scrittura. Fino a trent’anni fa si credeva che la scrittura fosse in regresso, mentre i dati attuali dimostrano non solo che essa non sta svanendo nelle forme tradizionali, come quelle del libro, ma che anzi stiamo assistendo ad una sua rifunzionalizzazione in nuove forme, come appunto quella del “post” nei social. Dunque, contrariamente alla opinione diffusa, il professore ha sottolineato come oggi si scriva e si legga molto più di quanto si pensi, e questo grazie anche all’accesso universale all’istruzione. Fino al 1960, infatti, le scuole medie non erano obbligatorie, e a coloro che oggi si lamentano perché i giovani scrivono male, il professore risponde invece: “Per fortuna che oggi tutti possono scrivere, non era così scontato fino a poco tempo fa”.
Alla fine dell’incontro, Ruozzi ha risposto con entusiasmo alle domande del pubblico, e non ha mancato di far trasparire un certo ottimismo verso il presente. Ancora una volta ha sfatato il mito che oggi si sia poco interessati all’oggetto libro, sostenendo invece che mai come in questo periodo storico ci sia stata un’ampia produzione di libri di varia natura, dalla saggistica alla narrativa, nonché una buona presenza di autori di qualità. Ha ribadito come ogni tempo sia ricco di grandi scrittori e di conquiste culturali; come il nostro compito non sia tanto lodare il tempo antico, ma saper riconoscere la bellezza e il valore anche di ciò che viene prodotto nella contemporaneità. Infine, tra i consigli di lettura offerti dal professore, spiccano capolavori come l’Odissea, la Divina Commedia, I Promessi Sposi, Guerra e pace e Delitto e castigo, oltre ad autori come Shakespeare, Cervantes e Machiavelli, un vero e proprio viaggio nella grande letteratura occidentale.