Chief HR Officer Coesia
“Prendere una scelta comporta coraggio, vuol dire saper contemplare il fallimento”. Sicuramente questa è la miglior chiave di lettura del pensiero di Claudio Colombi: una singola scelta può cambiare radicalmente il corso della propria vita e lui, avendone prese tante per giungere a certe vette nella sua più che ventennale esperienza nell’ambito delle Risorse Umane, ha imparato ad affrontarle con serietà, ascoltando le opinioni altrui ma giungendo sempre autonomamente a una soluzione.
Dopo gli studi in un istituto tecnico di Milano, sua città natale, prende la sua prima scelta inaspettata: si iscrive alla facoltà di Psicologia a Padova, dove impara a raffrontarsi con una realtà diversa dalla propria. Qui incontra studenti da tutta Italia ed esce per la prima volta dalla sua comfort zone. Superati brillantemente gli esami con un anno di anticipo, non potendosi ancora laureare, parte per New York senza un obiettivo preciso, ma con la consapevolezza di voler maturare esperienze sempre nuove e mai scontate. “Ѐ stata una scelta avventata”, ricorda, “ma mai come allora ho acquisito sicurezza in me stesso”. Tornato in Italia, compie il servizio militare e successivamente inizia la sua attività lavorativa, prima a Caserta poi a Minneapolis. Due città, due realtà radicalmente diverse in cui “senza mai esprimere giudizi di valore”, sottolinea Colombi, “bisogna sapersi adattare, pur non ponendo mai in discussione i propri valori”. Seguono altre collaborazioni in Italia e in Europa per poi giungere, oggi, a Bologna.
La seconda parte dell’incontro si è incentrata, invece, sul ruolo di un Chief HR Officer. Che ruolo svolge e perché è indispensabile in un’azienda? Ironizzando sul lavoro di un ingegnere (su cui ama soffermarsi per il suo passato in un istituto tecnico!), Colombi elabora un efficace paragone: “Pensate ad un ponte e, su di esso, alcune persone che dialogano: un ingegnere si curerebbe solo della struttura e dei materiali di quel ponte; un Chief HR cercherebbe di capire cosa si dicono quelle persone, dimenticandosi del resto”. Ed è proprio questo il suo lavoro: conoscere i futuri dipendenti e farli crescere ed evolvere in un rapporto di mutuo arricchimento, senza aver mai la presunzione di imporre scelte con il pugno di ferro. Nondimeno, per la scelta del personale Colombi deve seguire necessariamente alcuni principi, e ha invitato tutti i presenti a riflettervi in prospettiva occupazionale. Innanzitutto la curiosità e la capacità di apprendere, svariate competenze trasversali e, soprattutto, la capacità di influenzare e far cambiare prospettive: un’abilità fondamentale, spesso tacciata come negativa, ma che diventa tale solo quando è impiegata, a priori, per propositi sbagliati.
Nell’ultima parte dell’incontro è stato lasciato spazio ad alcune domande. Interessante il tema dei rapporti familiari ed amicali, che rischiano di venir sommersi dalla carriera e dalle ambizioni. Colombi, invece, ha ricordato come sia stata proprio la sua famiglia il punto fermo tra tanti cambiamenti, a partire dal quale riorganizzare responsabilmente le proprie priorità: “Non si viaggia più da soli, ma si guida un pullman. E le strade accidentate, gli incidenti hanno maggiori ripercussioni”.